Il Consiglio dei Ministri avrebbe in elaborazione un emendamento per il "pacchetto sicurezza" che, come cercava di fare il governo Prodi prima, tenderebbe a regolamentare (io preferisco il termine censurare) un mezzo di comunicazione come internet.
Mi ricorda qualcuno.. chi è che conosco che spegne le voci libere degli oppositori, che modifica gli scritti online, che censura ogni tipo di contradditorio??? Oltre al governo cinese.. il comitato tanker enemy.
Andando un po' fuori tema, ricordate anche la buffonata di Gentiloni per il Wimax??? Ecco, lo stile è praticamente quello.
I commenti sono liberi (anche per anonimi - e non solo quelli guidati come fai tu, Rosario) finchè la strategia "à la Straker" del governo non interverrà.
Sincerely your
Howling Mad
Mi ricorda qualcuno.. chi è che conosco che spegne le voci libere degli oppositori, che modifica gli scritti online, che censura ogni tipo di contradditorio??? Oltre al governo cinese.. il comitato tanker enemy.
Andando un po' fuori tema, ricordate anche la buffonata di Gentiloni per il Wimax??? Ecco, lo stile è praticamente quello.
I commenti sono liberi (anche per anonimi - e non solo quelli guidati come fai tu, Rosario) finchè la strategia "à la Straker" del governo non interverrà.
Sincerely your
Howling Mad
9 commenti
Primo!
15 febbraio 2009 alle ore 11:04Michele
intendi la proposti di D'Alia?
15 febbraio 2009 alle ore 13:35Quello di D'Alia è l'ultimo della lunga lista.
15 febbraio 2009 alle ore 13:45Il primo è stato il ddl Levi-Prodi che voleva imporre l'iscrizione dei siti "con attività d'impresa" al ROC.
In pratica nel 2007 il PD proponeva che chi vendeva qualcosa tramite web doveva anche pagare una tassa per l'uso di internet. Lo stesso ddl è riapparso alla Camera qualche mese fa e D'Alia non fa che riprenderlo (forse per farsi i piaceri a vicenda come pare sia moda adesso).
In questo caso il comitato tanker enemy, che vende i libri e ospita pubblicità, ricadrebbe pienamente in questo.
Nico, guarda che cosa ho trovato qui
15 febbraio 2009 alle ore 15:56http://www.infodirect.it/scarica/clean+xp+basic/57888.htm
Fantastico. Sembra la traduzione in italiano di Finnegans wake.
la tigre della malora
Guarda la schermata del software.. ti ricorda nulla quel font???
15 febbraio 2009 alle ore 16:03Watch Better!!! :P
Non è lo stesso che usa un altro complottista?
Hmmm, nella schermata ho visto il logo della celeberrima fast service informatica, una garanzia di affidabilità, correttezza e competenza. Mi ha divertito tantissimo l'accozzaglia di programmi inclusi nel software, capaci di "pulire" "ufficio" e "ufficio aperto" :)
15 febbraio 2009 alle ore 16:15Un mito, il ragazzo.
la tigre della malora
scusate, ma faccio il debunker anche su questa cosa. il decreto levi prodi (e anche questo, se lo ricalca) non va a zittire internet, ma mira a "regolamentare" (alla membro di segugio, a dire il vero) quella cosa selvaggia che è la rete.
15 febbraio 2009 alle ore 17:27i blog e i siti di "opinione" non verrebbero toccati. i "giornali" dovrebbero iscriversi al registro, come per quelli cartacei. questo significa che per avere una testata telematica è necessario avere una persona identificata come "direttore responsabile", insomma una persona che verrebbe sodomizzata in caso il giornale dica "boiate". il fatto che il tg4, studio aperto e il tgcom non abbiano portato dolori anali a nessuno, dimostra solamente come la regolamentazione non funzioni già per gli altri media...
comunque, il succo è che per scrivere e spacciare quello che si scrive come "giornale" ci si dovrebbe mettere "la faccia" e prendersi le proprie responsabilità. niente di preoccupante, insomma. soprattutto perchè non si impedisce al signor nico, per esempio, di avere il suo blog. la differenza è che il lettore "potrebbe" fare un distinguo tra quello che scrive nico, una sua opinione per la quale non prende nessuna responsabilità, e quello che viene scritto in un giornale "registrato", nel quale qualcuno ci mette in gioco "teoricamente" le proprie chiappe.
per quanto riguarda invece la questione economica, non si parla di far pagare tasse per usare internet, ma si parla di parificare anche "l'azienda" virtuale a quella reale. per intendersi, non si può più mettere su quattro pagine html, spacciarle per fonte di informazioni e lucrarci, aggirando tutte le regolamentazioni fiscali e tributarie a qui sottostanno le altre imprese. ecco per quale motivo si indignano per queste cose soprattutto le pseudotestate web, che si vedono "castrate" da questa cosa e quindi fomentano il malcontento, spesso diffondendo informazioni mendaci.
preciso che questo lo dico a proposito del levi-prodi, che ho analizzato in passato, quest'ultimo non lo ho ancora visto, ma se lo riprende, quello che ho detto è ancora valido.
da notare, comunque, che già nel 2000 la casa delle libertà propose una legge simile, all'apparenza più castrante, ma probabilmente per la maggiore ignoranza dell'argomento che vigeva all'epoca (quello includeva tutti i siti ad aggiornamento periodico, quindi anche i blog).
ma forse leggi simili potrebbero aiutare a "bollare" i siti di informazione in attendibili (nella speranza che un ordine dei giornalisti cominci a sodomizzare chi fa informazione alla membro di segugio) e in "mere opinioni dell'autore". il che sarebbe un bene, se il lettore medio si impegnasse a ragionare su quello che legge...
tanto nessuno legge fino a qui, vi siete annoiati prima, onde per cui, vibratore anale.
Trip (mi permetto un diminutivo), ho letto fino in fondo e ripondo "for way" (par via) alla tua battuta finale.
15 febbraio 2009 alle ore 17:57Ecco, tenetemi aggiornato che io, da buon meccanico, di queste cose non capisco una cippa. Ma tipo tenere tutto libero stile woodstock, straker e negazionisti dell'olocausto compresi, non è la via più semplice? Tra server in Russia, proxy e altre diavolerie che manco so come si chiamino, si rischia di mazziare il blog di Mario Rossi e lasciare liberi quelli più organizzati e pericolosi. Meglio un "libera tutti", secondo me. Sarà poi la credibilità a lungo termine a separare il grano dal loglio. O davvero qualcuno pensa che Luogocomune possa diventare fonte storica?
16 febbraio 2009 alle ore 09:42Posta un commento